Giorni

Giorni gonfi di promesse
E giorni vuoti a perdere.
Di ore e minuti dalle lancette lente,
Quasi immobili, mentre
Lo sguardo fisso domanda:
“Quanto manca?”

Dita che tamburellano su
Pochi istanti fatti di fumo,
Mentre là nello stomaco
Qualcosa brucia e reclama:
“Ancora Vita!”

Il primo appuntamento

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Lui l’aspettava dall’altro lato della strada. Di fronte a casa sua, appoggiato alla sua adorata Saab, con le braccia conserte e le gambe incrociate. Con quell’atteggiamento di finta noncuranza che negli anni lei avrebbe imparato a riconoscere. Quando la vide arrivare le rivolse un sorriso che era allo stesso tempo  timido e sbruffone e la salutò impacciato con due baci sulla guancia.

Lei era emozionata e spaventata insieme.
Era scesa giù di corsa per le scale guardando più volte nervosamente l’orologio e nonostante fosse, come suo solito, in un ritardo spaventoso, rallentò prima di aprire il portone. Si diede una controllatina nel riflesso della porta a vetri della portineria e si domandò per l’ennesima volta “E se poi non gli piacessi? Non la potrei sopportare un’altra delusione…”. Scacciò il pensiero, uscì dal portone, ma esitò ancora un attimo sulle scalette che portavano al cancelletto davanti alla strada. “E se lui non mi piacesse? In qualche foto non mi piaceva…oddio e sono pure da sola!”. Sbuffò, pensando alla sorella e alla migliore amica che non avrebbero dovuto darle buca in un momento del genere, ma poi con un sospiro si fece coraggio e aprì il cancello. Appena lo vide ogni suo dubbio venne fugato, ogni sua incertezza crollò. Bastò un unico sguardo a farle capire che stavolta era maledettamente fottuta fin dall’inizio e non vi era possibilità alcuna di poter tornare indietro.