Vecchi difetti

https://m.youtube.com/watch?v=C7Xha7htYF8

Non vedi com’è facile 

Non vedi che é inutile 

Scordarsi di credere ai vecchi difetti


Dimmi che male c’è 

Se credo ai miracoli.

Se mi commuovo anche

Per il sorriso di un bambino.

Se mi emoziono forte

Per un angolo di cielo,

Se mi si mozza sempre il fiato,

Davanti al mare.

Se piango ancora disperata

quando cado,

Ma mi rialzo spesso sorridendo.

Se ho gli occhi segnati e stanchi 

di chi ha ne ha viste troppe,

Ma il cuore ingenuo  e fragile 

di una bambina.

Lost on you

 

Let’s raise a glass or two

to all the things I lost on you

Ero persa di te, in te e per te,

ma non sono riuscita ad aprire

la tua crisalide.

 

E pensavo sarebbe bastato

sentire la mia voce

quando mi avvicinavo

e ti sussurravo: “sai di Paradiso”.

 

Diapositive di quel momento perfetto,

della tua mano sulla mia guancia,

la completa sincronia dei pensieri,

il battere e levare dei respiri,

l’attimo prima del tuo dirmi “mia”.

I wish – il tag dei desideri

 Non sono un’ incoerente. Ok, bugia! Un pochino lo sono, almeno nel senso che sono terribilmente volubile, ma non stavolta. Ho ribadito spesso di non amare tag, nomination e compagnia bella e non ho ancora cambiato idea! Però, c’è un … Continua a leggere

Le parole ritrovate

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Mr. Vain: “Non bisogna vergognarsi di nulla… Le cazzate si fanno, certo… Ma attraverso le cazzate e gli errori si arriva ad ottenere quello che si vuole…”
 
P.B. “Io lo so cosa voglio e anche tu lo sai..lo so da circa sette anni cosa voglio, ma allo stesso tempo so che non posso averlo”.
Questo è quello che avrei voluto risponderti.
E nella mia testa al posto del silenzio, seguito al mio insensato sbotto di rabbia e al vittimismo dopo il tuo “Pensa solo a stare calma… Nei limiti del possibile…”…beh, dicevo, nella mia testa la conversazione  è continuata.
È continuata con te che cadi dalle nuvole e mi domandi “E cosa vuoi sentiamo?” e con me che dò libero sfogo a tutto quello che porto dentro da un pezzo.
Ed è stato come liberare delle belve feroci, da anni ed anni costrette in cattività. Come aprire le celle del carcere  più malfamato…”Forza ragazzi tutti fuori..ora è finita..nel bene o nel male, è finita!”.
E così ho cominciato a dirti tutte le parole che non ti ho detto in tutti questi anni. Le parole trattenute, quelle sussurrate quando ero certa che dormissi, quelle dette fra i denti qualche volta che stavamo discutendo e non mi sentivi perché la tua voce sovrastava la mia, le parole codarde che si nascondevano dietro un “Nulla” in risposta al tuo “Cosa hai detto?”
Parole frustrate, fatte a pezzi da anni di incomprensioni e di amore silenzioso, di amore non detto, di amore vissuto col freno a mano, con il cuore sul “chivalà”, sempre pronto a far fare il cambio della guardia a sentinelle troppo scrupolose. Sentinelle che di rado, fin troppo di rado, schiacciavano un pisolino per farti dare una sbirciatina..ma solo un pò..soltanto un pò: quel poco che di certo non bastava a farti capire che al centro del mio cuore c’eri tu…e che forse…c’eri sempre stato..TU.

Il primo appuntamento

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Lui l’aspettava dall’altro lato della strada. Di fronte a casa sua, appoggiato alla sua adorata Saab, con le braccia conserte e le gambe incrociate. Con quell’atteggiamento di finta noncuranza che negli anni lei avrebbe imparato a riconoscere. Quando la vide arrivare le rivolse un sorriso che era allo stesso tempo  timido e sbruffone e la salutò impacciato con due baci sulla guancia.

Lei era emozionata e spaventata insieme.
Era scesa giù di corsa per le scale guardando più volte nervosamente l’orologio e nonostante fosse, come suo solito, in un ritardo spaventoso, rallentò prima di aprire il portone. Si diede una controllatina nel riflesso della porta a vetri della portineria e si domandò per l’ennesima volta “E se poi non gli piacessi? Non la potrei sopportare un’altra delusione…”. Scacciò il pensiero, uscì dal portone, ma esitò ancora un attimo sulle scalette che portavano al cancelletto davanti alla strada. “E se lui non mi piacesse? In qualche foto non mi piaceva…oddio e sono pure da sola!”. Sbuffò, pensando alla sorella e alla migliore amica che non avrebbero dovuto darle buca in un momento del genere, ma poi con un sospiro si fece coraggio e aprì il cancello. Appena lo vide ogni suo dubbio venne fugato, ogni sua incertezza crollò. Bastò un unico sguardo a farle capire che stavolta era maledettamente fottuta fin dall’inizio e non vi era possibilità alcuna di poter tornare indietro.