Giorni

Giorni gonfi di promesse
E giorni vuoti a perdere.
Di ore e minuti dalle lancette lente,
Quasi immobili, mentre
Lo sguardo fisso domanda:
“Quanto manca?”

Dita che tamburellano su
Pochi istanti fatti di fumo,
Mentre là nello stomaco
Qualcosa brucia e reclama:
“Ancora Vita!”

Domande lecite ad un passante

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Hai mai guardato un tramonto
Sussurrando ti amo?
É così breve la vita
Per non andare lontano.

Hai mai stretto le mani
Di qualcuno prima di andare via?
É un poco falsa la vita
Senza malinconia.

Hai mai ballato per ore
Sotto la pioggia battente?
Credimi, amico mio,
Senza emozioni non siamo niente.

Cuore spento. E nonostante le apparenze odio la rima cuore-amore

Brucia sul viso come gocce di limone
L’eroico coraggio di un feroce addio
Ma sono lacrime mentre piove piove

Ho una mente bastarda,
Torna indietro nel tempo.
Tento invano di legarla
Con mille nodi al presente.
Ma lei sfugge, e indifferente,
Torna ancora a quel momento
In cui con un ultimo bacio d’amore,
Hai spezzato l’ incanto
Ed hai spento il mio cuore.

Sotto i sakura in fiore

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Mi hai domandato se é banale l’amore
Alle porte di Roma, sotto i sakura in fiore.

Smetti di chiederlo e baciami, ti avrei risposto,
Se fossimo stati in un altro posto.

Ma sotto i sakura il tempo si ferma,
Allora ho preso la tua mano ed un filo d’erba,
Nascosto tra tutti quei petali rosa.

E guardandoti intensa, ti ho spiegato ogni cosa.

L’attimo

  

E ci siamo mischiati la pelle le anime le ossa ed appena finito ognuno ha ripreso le sue…

Luciano Ligabue

Dimenticarsi completamente di chi un giorno eravamo e di chi forse un dì saremo,

Non importa se hai una laurea o due o tre o se sei completamente scemo,

Nell’incanto dei sensi non conta chi sei, ma solo se ci sei e quanto ci sei.

Intrappolare quell’attimo in cui l’io diventa noi, per renderlo eterno, é il sogno impossibile di tutti,

Ché poi, spesso, finita la magia, si torna nella propria pelle a fare i conti con la propria solitudine.

Come un palloncino dalla mano di un bambino 

  
Ti ho lasciato andare.

Così,

come i bambini lasciano andare

i palloncini, su nel cielo:

con inconsolabile tristezza, 

ma  con meravigliato stupore. 

Ti ho lasciato andare,

proprio così.

E mentre ti vedevo allontanare,

il mio sguardo non ti lasciava,

mentre tu diventavi un puntino,

sempre più piccolo,

che pian piano andava a confondersi

nella linea del mio passato.

É forse amore?

É forse amore?

Quella roba che rimbalza

Sulle corde del mio cuore

E che le fa suonare

Come se a farlo

Fosse un soffio di vento,

Mentre si aggroviglia lo stomaco

In intricati sentieri che solo tu puoi

Percorrere fino in fondo,

Fino alla fine

Del mio essere,

Là dove io non sono più,

Là dove tu,

Da eco lontana,

Squarci il mio Io

In mille pezzi di Noi.

 

Is this love that I’m feeling

Is this the love that I’ve been searching for

Insegnami

 Insegnami a non dare per scontato il cielo 

A meravigliarmi del colore del grano

Insegnami ad udire il canto delle sirene

A non temere il mare in tempesta

Insegnami il sorriso ingenuo di un bimbo e la tenerezza sconfinata di sua madre

Insegnami a guardare avanti per la mia strada, senza temere di voltarmi indietro

Insegnami le combinazioni magiche delle note e il loro intreccio unico con le parole

Insegnami ad amare come se non avessi mai amato o come se l’avessi fatto da sempre