La tua assenza é presenza

 
La tua assenza é presente.

Si annida nelle pieghe

della pelle,

al mattino e alla sera,

del mio corpo addormentato, stanco.

Rimbomba per la rampa

delle scale,

che scendo di fretta,

verso nuove attese,

che non sono la tua.

Si nasconde tra profumi di altri, uguali al tuo,

misti al fumo di sigarette, che sono le tue,

un’incanto di sensi che si spegne,

su odori troppo diversi

dal tuo.

La tua assenza é presente.

Tra le pagine dei libri più belli,

nelle scene dei film più amati,

nelle note di nuove canzoni,

nelle giornate di sole più calde,

tra le mie risate più vere.

E rido, gioisco, mi volto e, voltandomi, la vedo, la tua assenza.

E mi rattristo.

In un lento Sabato pomeriggio,

un altro a spasso tra le meraviglie

della nostra Roma,

mi ricordo di quel giorno

in cui ti scusasti

di un’assenza più presente di te.

É ancora qui, la tua assenza,

ogni giorno a braccetto

con la tua mancanza,

passeggiano al mio fianco,

nudo di te.

Impressioni di fine Settembre

 La mano di una ragazza che sente l’aria fuori dal finestrino, l’anziana signora cinese che legge il libro di preghiera, l’autobus che non passa, il vento caldo e afoso di un settembre strano, cartelloni pubblicitari che ti invitano ad andare … Continua a leggere

Il primo appuntamento

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Lui l’aspettava dall’altro lato della strada. Di fronte a casa sua, appoggiato alla sua adorata Saab, con le braccia conserte e le gambe incrociate. Con quell’atteggiamento di finta noncuranza che negli anni lei avrebbe imparato a riconoscere. Quando la vide arrivare le rivolse un sorriso che era allo stesso tempo  timido e sbruffone e la salutò impacciato con due baci sulla guancia.

Lei era emozionata e spaventata insieme.
Era scesa giù di corsa per le scale guardando più volte nervosamente l’orologio e nonostante fosse, come suo solito, in un ritardo spaventoso, rallentò prima di aprire il portone. Si diede una controllatina nel riflesso della porta a vetri della portineria e si domandò per l’ennesima volta “E se poi non gli piacessi? Non la potrei sopportare un’altra delusione…”. Scacciò il pensiero, uscì dal portone, ma esitò ancora un attimo sulle scalette che portavano al cancelletto davanti alla strada. “E se lui non mi piacesse? In qualche foto non mi piaceva…oddio e sono pure da sola!”. Sbuffò, pensando alla sorella e alla migliore amica che non avrebbero dovuto darle buca in un momento del genere, ma poi con un sospiro si fece coraggio e aprì il cancello. Appena lo vide ogni suo dubbio venne fugato, ogni sua incertezza crollò. Bastò un unico sguardo a farle capire che stavolta era maledettamente fottuta fin dall’inizio e non vi era possibilità alcuna di poter tornare indietro.