Lui girava per le strade fischiettando una canzone d’altri tempi.
Il cappello sceso sopra gli occhi e l’aria di chi ne ha viste molte, ma non abbastanza.
Dava i calci ai sassi che incontrava sulla via e ad ogni calcio esprimeva un desiderio. Per ogni desiderio tirava fuori un sogno dalle tasche e per ogni sogno un sospiro lungo e pensoso.
Lei camminava ondeggiando, facendo svolazzare leggermente la sua gonna a ruota. Ad ogni passo sorrideva di più, un sorriso ampio e generoso su quella bocca che pareva disegnata, sulle labbra un rossetto rosso brillante che si intonava con il mondo.
Si caddero addosso per una distrazione o forse per destino in un soleggiato mattino di settembre.
Prima di baciarsi lui sospirò e lei gli sorrise. Nei loro sguardi la stessa domanda: quando e dove si erano già visti?
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Un giorno, forse…
Something just like this – Pensieri serali random
Ascoltare il battito del mio cuore ad occhi chiusi e pensare che é lo stesso identico rumore che fa la pioggia battente nel cuore della notte,
Stringere più forte a me questo libro, così prezioso, che sta diventando il mio migliore amico,
Ricordarmi che tra poche ore é il compleanno di quella donna, al contempo fragile e inossidabile, che mi ha donato la vita,
Essere complice dell’amore silenzioso, ma ancora vivo, che mio padre ha per lei,
E bramare, in segreto, di aver di nuovo il privilegio di assistere, o meglio ancora partecipare, all’irripetibile magia di due sogni che, cadendosi addosso, diventano uno.
Attenti ai sogni
Lei voleva solo una gonna che facesse la ruota e un rossetto rosso brillante.
Forse andare a Parigi di notte per sdraiarsi sotto la Torre Eiffel a guardar le stelle.
Voleva solo un sogno nuovo di zecca, ché di quelli usati e sprecati ne aveva già piene le tasche e i cassetti.
Lui voleva un pappagallo coloratissimo per mandare a fanculo un pò di gente,ché lui di coraggio non ne aveva, ma di gente da mandare a fanculo, invece, un bel pò.
Voleva aprire quel chiosco sulla spiaggia, che voglion aprir tutti nella vita, prima o poi, solo che lui lo voleva da sempre e non per fuggir via da una vita troppo stretta.
Si incontrarono in una notte senza stelle, lui le raccontò del suo sogno e le disse puoi venire con me, lei rispose che di sogni prestati non ne voleva più. Voleva un sogno nuovo di zecca e una gonna che facesse la ruota.
Si incontrarono in una notte senza stelle e, chissà, forse fu quello a non farli incontrare davvero.
L’attesa
Non ricorderemo nulla dei giorni sempre uguali,
quei lunedì sempre identici, dalla sveglia al letto.
Sopravvivenza – diremo – come se questa potesse
mai essere una valida scusa.
Vivremo, invece, nella costante attesa
di un martedì che ci spettini i sogni.
La passeggiata
I sogni che non ho di Le luci della città
Non condivido quasi mai post di altri, ma stavolta in questo momento questa splendida poesia, ha colpito dritto lì…per cui, mi fa piacere condividerla…Spero l’autore non se ne dispiaccia (tra l’altro non è la sua prima poesia che mi colpisce, ma ce ne sono diverse) e spero piaccia altrettanto anche a voi…E per mandar via tutta questa tristezza, Vi Auguro tanti sogni realizzabili e possibili…
Sorgente: I sogni che non ho.
I sogni che non ho accapponano la pelle, rammentano strali di fiele.
Non hanno patrie, memorie apolidi, ascoltano il loro silenzio, flebili e sommessi, svaniti anzitempo.
Ad averne avuto qualcuno guadagnando un ticchettio, avrei confortato le insicurezze sotterranee.
Mania e frustrazione, tenere insieme molti frammenti; comporre un pezzo e ridere di gusto.
Dove andrà questo ardente spirito? Chi ne raccoglierà la specie?
E’ un attimo e perdi l’abisso, la conclusione autografata del solito dolore.
Soffrirò abbastanza da rimestare il tutto, mantecando l’anima con questo caos, finendo di credere non avendo mai sognato.
Apri gli occhi
Ti resto a guardare per minuti che sembrano ore, alle prime luci del mattino, con i raggi che filtrano tra gli spazi di serrande troppo chiuse per il giorno che vuole cominciare.
Sei sereno. Tutta la frenesia e l’ansia di vivere che si sveglieranno presto con te, sembrano ora sopite, con te.
Osservo il profilo che amo tanto, la barba che hai lasciato un pò incolta per me, le labbra piegate in un sorriso appena accennato, il respiro lento e regolare.
Mi avvicino, come quando mi dici “Vieni qui”, trovo quello spazio tra la tua spalla e il tuo collo che sembra fatto su misura per me e ci incastro, piano, il mio viso, riuscendo miracolosamente a non svegliarti.
Ti respiro e mi chiedo come ho fatto a vivere senza il tuo profumo in questi anni. La differenza tra vita e sopravvivenza diventa lapalissiana e mi scuote di soprassalto. Il mio corpo ha un sussulto e balza in avanti, violentemente, il cuore batte all’impazzata, il mio respiro è corto e mi accorgo all’improvviso che c’è qualcosa che non va.
Mi guardo intorno: un istante fa, ero lì accanto a te ad aspettare che tu aprissi gli occhi e solo ora capisco che, invece, sono io ad averli appena riaperti.
Il cielo su Torino
Saperti lontano,
Di una distanza fatta di chilometri,
E non più di silenzi,
Mi rassicura.
E custodisco i miei sogni
e i tuoi perché
Per quando tornerai.
Ma tu parlami ancora,
Parla ancora con la voce
che hai solo per me
Il cielo su Torino sembra ridere
Al tuo fianco
Tu sei con me
Dormi
💕Dormi
E poi ci sono quelle notti insonni in cui vorrei solo riposare sul tuo petto. Accoccolarmi a te e lasciare andare via tutto, abbandonarti il mio cuore pesante e stanco, la mia testa mezza piena e mezza vuota, il mio corpo che senza di te continua ad invecchiare…Sentire il mio respiro che da ansia si fa pace, mentre le tue dita grosse, ma leggere, accarezzano dolcemente i miei capelli, sparsi a raggera sul tuo corpo. E sentirmi finalmente a casa, protetta, al sicuro da tutto e da tutti, mentre ti sento canticchiare…
Dolce è il dolore che porti negli occhi…quanto il perdersi dentro di te…
Ed il lieve infuriare di rabbia che porti aggrappata alla fragilità…