Pioggia d’estate

Un’altra pioggia, un’altra estate, un altro vento,

Guardo di soppiatto le tue mani in movimento.

Un’altra sigaretta spenta sulle mie incertezze,

Un bacio fresco e pronto a dissipare le amarezze.

Un altro giorno corre verso il solito finale,

Ma un temporale estivo gioca sporco a rallentare il sole.

Vince la sua mano con poker di grigi e scala di tuoni

E tu che sembri assorto ad ascoltare vecchi suoni.

Le mani in movimento si fermano all’istante 

Mi abbracci forte eppure non sei mai stato sì distante.

Di colpo mi allontano per scavare nei tuoi occhi

Vorrei trovarci amore e invece scorgo nuovi blocchi.

La pioggia che continua sembra non voler finire

Mi alzo dal tuo abbraccio solamente per capire.

Allora le tue braccia mi stringono di più 

Dici: “É solo pioggia, amore, e poi mi mancavi tu!”

The never-ending why


https://youtu.be/3CUxVbcZdOg

Time will help you through

But it doesn’t have the time

To give you all the answers to the never-ending why

Punti di domanda così grandi da riempire il cielo

E noi così piccoli visti dall’alto, ma anche a figura intera

Ci incazziamo per la macchina che non parte 

Senza girarci a guardare il paesaggio 

Senza respirare quando serve e quanto serve

Senza dire grazie ad un cielo che resta con noi nel sole e nella pioggia

Resta lì nonostante gli acquazzoni, i tornado e i nubifragi

Nonostante le polveri sottili e le piogge acide 

Resta lì senza rispondere ai nostri infiniti perché 

Eppure resta lì 

a ricordarci l’infinito,

Nonostante noi

Sticazzi

  
Sticazzi del tempo che passa e quando lo fa non è mai gentile, lo sarebbe se si fermasse, invece, ogni tanto, come un amico a chieder “come stai? Va bene questo passo o devo rallentare e darti un pò di vantaggio?”

Sticazzi di questa vita che é poco generosa con alcuni, che a volte ti dà solo se riesci a prendere e se non riesci ti taglia fuori. Ti saluta, perché come il tempo, anche lei non si ferma mai. Implacabile ed impietosa, continua la sua corsa, anche quando tu hai perso la tua direzione. La vita non ti aspetta. La vita va.

Sticazzi dei pensieri neri, che a volte non ti lasciano in pace, perché al negozio della positività la polverina magica di Pollon l’avevano finita e allora sei uscita dal negozio a fianco con sacchi pieni di cinismo.

Sticazzi di questo blog, che ha un nome che non lo rispecchia più, perché se un Mr. Vain non c’è più nella mia vita, non vedo perché dovrebbe trovar posto in un blog dove probabilmente non fotte una beata minchia a nessuno.

Sticazzi di questo sfogo, perché ogni tanto ci sta, perché vomitare parole é a volte più semplice e più sincero di vomitare unicorni che vomitano arcobaleni. E allora sticazzi di questo sfogo e sticazzi di me che stasera il monologo di Edward Norton nella Venticinquesima ora mi fa un baffo, ma come direbbe mio cugino “se te li facesse tutti e due sarebbe meglio!”.

Lost on you

 

Let’s raise a glass or two

to all the things I lost on you

Ero persa di te, in te e per te,

ma non sono riuscita ad aprire

la tua crisalide.

 

E pensavo sarebbe bastato

sentire la mia voce

quando mi avvicinavo

e ti sussurravo: “sai di Paradiso”.

 

Diapositive di quel momento perfetto,

della tua mano sulla mia guancia,

la completa sincronia dei pensieri,

il battere e levare dei respiri,

l’attimo prima del tuo dirmi “mia”.

Cose senza futuro

  
Cosa devono pensare di noi le strade che ci han visti passeggiare mano nella mano?
Che cosa dicono di noi le stelle che guardavamo insieme

A volte distrattamente, a volte meno?

Chi porterà avanti quei progetti che avevamo, i tuoi forse, i miei semmai?

Chi consolerà quelle canzoni che ci avevan visto sbrigare le pratiche d’adozione?

E ai banconi dei bar che aspettavano impazienti i sorrisi complici e i nostri gomiti chi darà una spiegazione?

Resta solo l’amaro in bocca di un caffè, sulla tazzina neanche il fondo di un futuro.

Insegnami

 Insegnami a non dare per scontato il cielo 

A meravigliarmi del colore del grano

Insegnami ad udire il canto delle sirene

A non temere il mare in tempesta

Insegnami il sorriso ingenuo di un bimbo e la tenerezza sconfinata di sua madre

Insegnami a guardare avanti per la mia strada, senza temere di voltarmi indietro

Insegnami le combinazioni magiche delle note e il loro intreccio unico con le parole

Insegnami ad amare come se non avessi mai amato o come se l’avessi fatto da sempre