Dieci Capodanni

 

Dieci inverni che ti conosco, zero capodanni insieme.

Non fa eccezione questo, nessuna eccezione.

Non la fece quel Capodanno crudele di dieci anni fa, in cui eri al capezzale di tuo padre, mentre io insieme a persone – troppe- che chiamavo ancora amici.

“Questo è l’ultimo che passiamo separati”, mi dicesti al telefono, mentre cercavo di asciugarmi le lacrime, perchè di là mi reclamavano a gran voce per le carte. E ricordo ancora il coro dei miei “amici” che mi accolse al mio rientro…”Sta a scopà…sta a scopà…”, ma questo ovviamente tu non lo sai e non lo saprai mai, così come loro non seppero mai dov’eri quella sera.

Non fa eccezione nemmeno questo Capodanno, in cui non ho idea di dove sarai, nè con chi. E in cui spero di precedere i tuoi auguri di mera circostanza, se saranno gelidi come quelli di Natale. Fa già abbastanza freddo senza di te, non ho bisogno di altro gelo.

Tra le righe sottolineate di questa canzone, la risposta a quel nostro dialogo di un paio di anni fa…

Buon anno, Mr. Vain!

“Per me la più bella è Orfani ora…

“Non esiste proprio, è Parla piano, parla anche di te…”

“Di me? E perchè mai…???”

“Perchè sì…”

“Ti odio quando rispondi così…”

“Perciò lo faccio…”. Rido e scappo dentro, lasciandoti finire la tua sigaretta in terrazza, pregustando già il momento in cui mi raggiungerai per farmela pagare…

Parla piano e poi
non dire quel che hai detto gia’
le bugie non invecchiano
sulle tue labbra aiutano
tanto poi
è un’altra solitudine specchiata
scordiamoci di attendere
il volto per rimpiangere
Parla ancora e poi
dimmi quel che non mi dirai
versami il veleno di
quel che hai fatto primaÂ…
su di noi
il tempo ha gia’ giocato ha gia’ scherzato
ora non rimane che
provar la verita’
Che ti da’ che ti da’
nascondere negli angoli
dire non dire
il gusto di tradire una stagione
sopra il volto tuo
pago il pegno di
volere ancora avere
ammalarmi di te
raccontandoti di me

Quando ami qualcuno
meglio amarlo davvero e del tutto
o non prenderlo affatto
dove hai tenuto nascosto
finora chi sei?

cercare mostrare provare una parte di sé
un paradiso di bugie

La verita’ non si sa non si sa..
come riconoscerla
cercarla nascosta
nelle tasche i cassetti il telefono

che ti da’ che mi da’
cercare dietro gli angoli
celare i pensieri
morire da soli
in un’alchimia di desideri

sopra il volto tuo
pago il pegno di
rinunciare a me
non sapendo dividere
dividermi con te

Che ti da’ che mi da’
affidarsi a te non fidandomi di me..
Sopra il volto tuo
pago il pegno di
rinunciare a noi
dividerti soltanto
nel volto del ricordo