Ed abbiamo capito per bene il termine insieme… Luciano Ligabue
In ogni caso ci siamo salvate.
Dalla noia,
Dai rancori,
Dalle grinfie dei dottori.
Dalle feste in cui circolava troppo alcool,
Da quelle in cui non ne circolava affatto.
Dai tipi che ci volevano usare,
Da quelli che, nostro malgrado, l’hanno fatto.
Dal crescere troppo in fretta,
Dal maturare troppo tardi.
Dalle sveglie mattutine,
Dagli imprevisti,
Dai ritardi.
Dai lavori stressanti,
Dallo stress del non lavorare.
Dieci inverni che ti conosco, zero capodanni insieme.
Non fa eccezione questo, nessuna eccezione.
Non la fece quel Capodanno crudele di dieci anni fa, in cui eri al capezzale di tuo padre, mentre io insieme a persone – troppe- che chiamavo ancora amici.
“Questo è l’ultimo che passiamo separati”, mi dicesti al telefono, mentre cercavo di asciugarmi le lacrime, perchè di là mi reclamavano a gran voce per le carte. E ricordo ancora il coro dei miei “amici” che mi accolse al mio rientro…”Sta a scopà …sta a scopà …”, ma questo ovviamente tu non lo sai e non lo saprai mai, così come loro non seppero mai dov’eri quella sera.
Non fa eccezione nemmeno questo Capodanno, in cui non ho idea di dove sarai, nè con chi. E in cui spero di precedere i tuoi auguri di mera circostanza, se saranno gelidi come quelli di Natale. Fa già abbastanza freddo senza di te, non ho bisogno di altro gelo.
Tra le righe sottolineate di questa canzone, la risposta a quel nostro dialogo di un paio di anni fa…
Buon anno, Mr. Vain!
“Per me la più bella è Orfani ora…“
“Non esiste proprio, è Parla piano, parla anche di te…”
“Di me? E perchè mai…???”
“Perchè sì…”
“Ti odio quando rispondi così…”
“Perciò lo faccio…”. Rido e scappo dentro, lasciandoti finire la tua sigaretta in terrazza, pregustando già il momento in cui mi raggiungerai per farmela pagare…
Parla piano e poi
non dire quel che hai detto gia’ le bugie non invecchiano sulle tue labbra aiutano
tanto poi
è un’altra solitudine specchiata
scordiamoci di attendere
il volto per rimpiangere Parla ancora e poi dimmi quel che non mi dirai versami il veleno di quel che hai fatto primaÂ… su di noi il tempo ha gia’ giocato ha gia’ scherzato ora non rimane che provar la verita’
Che ti da’ che ti da’
nascondere negli angoli
dire non dire
il gusto di tradire una stagione sopra il volto tuo pago il pegno di volere ancora avere ammalarmi di te raccontandoti di me
Quando ami qualcuno meglio amarlo davvero e del tutto o non prenderlo affatto dove hai tenuto nascosto finora chi sei?
La verita’ non si sa non si sa..
come riconoscerla
cercarla nascosta
nelle tasche i cassetti il telefono
che ti da’ che mi da’
cercare dietro gli angoli
celare i pensieri
morire da soli
in un’alchimia di desideri
sopra il volto tuo
pago il pegno di
rinunciare a me
non sapendo dividere
dividermi con te
Che ti da’ che mi da’
affidarsi a te non fidandomi di me.. Sopra il volto tuo pago il pegno di rinunciare a noi dividerti soltanto nel volto del ricordo