The never-ending why


https://youtu.be/3CUxVbcZdOg

Time will help you through

But it doesn’t have the time

To give you all the answers to the never-ending why

Punti di domanda così grandi da riempire il cielo

E noi così piccoli visti dall’alto, ma anche a figura intera

Ci incazziamo per la macchina che non parte 

Senza girarci a guardare il paesaggio 

Senza respirare quando serve e quanto serve

Senza dire grazie ad un cielo che resta con noi nel sole e nella pioggia

Resta lì nonostante gli acquazzoni, i tornado e i nubifragi

Nonostante le polveri sottili e le piogge acide 

Resta lì senza rispondere ai nostri infiniti perchĂ© 

Eppure resta lì 

a ricordarci l’infinito,

Nonostante noi

Insegnami

 Insegnami a non dare per scontato il cielo 

A meravigliarmi del colore del grano

Insegnami ad udire il canto delle sirene

A non temere il mare in tempesta

Insegnami il sorriso ingenuo di un bimbo e la tenerezza sconfinata di sua madre

Insegnami a guardare avanti per la mia strada, senza temere di voltarmi indietro

Insegnami le combinazioni magiche delle note e il loro intreccio unico con le parole

Insegnami ad amare come se non avessi mai amato o come se l’avessi fatto da sempre

DAMNATIO MEMORIAE

28aprile2016

Happy Birthday to me, goodbye to you.

Our time and space was beautiful, even if it has ended, even if it will never be the same; the universe is a strange place. In the end, I’m just thankful to have shared anything with you, for any time at all.

Sometimes you will never know the value of a moment until it becomes a memory.

https://www.youtube.com/watch?v=Qu1klC_hYDs

uaresovain

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Io ci ho provato a dimenticarti, davvero, ci ho provato credimi. Ho chiesto aiuto a Dio, a tuo padre, alle stelle e alla luna. Ho messo in moto tutta una serie di riti per procedere alla tua Damnatio Memoriae. Era il 20 agosto e avevo ben fisse nella mente le parole che mi aveva rivolto e in un certo senso “regalato” quello scrittore. “Chi ha imparato a fare a meno di noi non è per noi” aveva detto. Ed improvvisamente era come se la porta della consapevolezza si fosse aperta in angolo della mia mente. Una porta spalancata su uno specchio d’acqua limpidissimo in cui non c’era riflessa la tua immagine, nè quella di nessun altro. Mi chiamava, mi attirava a sè e mi invitava a bere e a bagnarmi come se si trattasse di un battesimo o di un’iniziazione.
Così quella sera avevo preso il tuo hd, che avevi…

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