Pioggia d’estate

Un’altra pioggia, un’altra estate, un altro vento,

Guardo di soppiatto le tue mani in movimento.

Un’altra sigaretta spenta sulle mie incertezze,

Un bacio fresco e pronto a dissipare le amarezze.

Un altro giorno corre verso il solito finale,

Ma un temporale estivo gioca sporco a rallentare il sole.

Vince la sua mano con poker di grigi e scala di tuoni

E tu che sembri assorto ad ascoltare vecchi suoni.

Le mani in movimento si fermano all’istante 

Mi abbracci forte eppure non sei mai stato sì distante.

Di colpo mi allontano per scavare nei tuoi occhi

Vorrei trovarci amore e invece scorgo nuovi blocchi.

La pioggia che continua sembra non voler finire

Mi alzo dal tuo abbraccio solamente per capire.

Allora le tue braccia mi stringono di più 

Dici: “É solo pioggia, amore, e poi mi mancavi tu!”

Nei miei silenzi

“e ogni giorno mi è più chiaro che quelle rughe sono solo i tentativi che non ho mai fatto…”

Luciano Ligabue 

Non c’è mai solo il silenzio nei miei silenzi.

A volte ci sono le domande a cui non ho ancora trovato risposta e, chissà, magari il problema non è la risposta che non trovo, ma é proprio la domanda ad esser quella sbagliata.

A volte c’è la malinconia. 

Ci sono gli occhi lucidi e i groppi in gola. 

Ci sono i sogni che ho paura di fare ad occhi aperti.

Ci sono le parole che avrei voluto dire, ma che non sono mai riuscite ad uscire e allora son rimaste lì, imprigionate e inermi. 

Parole senza voce.

Ci sono “i tentativi che non ho mai fatto”.

C’è anche la luce, a volte, nei miei silenzi, c’è quella felicità fatta di piccole cose che é forse l’unica ancora possibile. La stessa felicità mista a stupore dei bambini di fronte alle bolle di sapone.

Ci sei ancora tu, a volte, nei miei silenzi, e quella domanda sempre uguale, sempre puntuale, su un silenzio assordante e invalicabile che, tra noi, é forse destinato a rimanere tale.

L’attimo

  

E ci siamo mischiati la pelle le anime le ossa ed appena finito ognuno ha ripreso le sue…

Luciano Ligabue

Dimenticarsi completamente di chi un giorno eravamo e di chi forse un dì saremo,

Non importa se hai una laurea o due o tre o se sei completamente scemo,

Nell’incanto dei sensi non conta chi sei, ma solo se ci sei e quanto ci sei.

Intrappolare quell’attimo in cui l’io diventa noi, per renderlo eterno, é il sogno impossibile di tutti,

Ché poi, spesso, finita la magia, si torna nella propria pelle a fare i conti con la propria solitudine.

Creta

The power of love.

A force from above.

Cleaning my soul.

Scambi per debolezza,

la forza dell’amore.

L’irrefrenabile voglia

di buttarsi all’indietro

é un atto di fede.

É la strenua convinzione che

ci saranno sempre

braccia forti pronte ad accoglierti.

Non sono la rana nella favola dello scorpione,

sono come creta calda tra le tue mani.

Quello che credi il tuo potere

é solo il mio ennesimo atto d’amore.

Lost on you

 

Let’s raise a glass or two

to all the things I lost on you

Ero persa di te, in te e per te,

ma non sono riuscita ad aprire

la tua crisalide.

 

E pensavo sarebbe bastato

sentire la mia voce

quando mi avvicinavo

e ti sussurravo: “sai di Paradiso”.

 

Diapositive di quel momento perfetto,

della tua mano sulla mia guancia,

la completa sincronia dei pensieri,

il battere e levare dei respiri,

l’attimo prima del tuo dirmi “mia”.

Insegnami

 Insegnami a non dare per scontato il cielo 

A meravigliarmi del colore del grano

Insegnami ad udire il canto delle sirene

A non temere il mare in tempesta

Insegnami il sorriso ingenuo di un bimbo e la tenerezza sconfinata di sua madre

Insegnami a guardare avanti per la mia strada, senza temere di voltarmi indietro

Insegnami le combinazioni magiche delle note e il loro intreccio unico con le parole

Insegnami ad amare come se non avessi mai amato o come se l’avessi fatto da sempre

Manca il mare 

Manca il mare,

Con quei suoi colori troppo assurdi per essere veri,

Con la sua schietta presunzione di dirti chi sei,

Di dar risposte a domande che non vorresti farti mai.

Manca il mare,

Con i suoi suoni che giungono da luoghi troppo lontani o troppo vicini,

Il ruggito delle onde che porta fin qui la rabbia di qualcuno che non ce la fa più,

Il lento sciabordio che ricorda chi, invece, vive i suoi giorni come una danza, lenta e costante, con meraviglia e dedizione.

Tra le voci allegre dei bambini e gli strilli delle mamme per farli uscire dall’acqua,

Quei suoni sempre uguali da cent’anni e tra cent’anni.

Manca il mare,

Sugli asfalti roventi di una città che non ce la fa a lasciarci andar via,

Tra le gocce di questa pioggia troppo leggera,

Che non ce la fa a rigarti il viso,

A farti tirare un pò il fiato.

Manca il mare,

Specchio increspato di pensieri più o meno nascosti,

Sguardo smisurato che indaga tra le pieghe dell’anima,

Che prova a cambiarti, ma che ti accoglie anche così come sei.

Manca il mare,

Manca amare.