Il valzer sull’orlo del pozzo: una strana e spoilerosa recensione “non recensione”.

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“Nonna ma che cos’é questa musica?”. Le domandavo mentre ballavamo. “É la felicità, Cesare”. E ridevamo.

Se non contiamo le recensioni su Amazon, che poi dovrebbero essere le uniche che ho scritto, e considerando che la maggior parte di esse altro non sono che le mie rimostranze sull’ultimo epilatore acquistato, non si può dire che mi sia mai cimentata nello scrivere una recensione.

E tranquilli, no, non ho deciso di iniziare proprio ora (anche perchè, detto tra noi, non ne sarei assolutamente capace).

Quello che farò sarà semplicemente spiegarvi perché Il valzer sull’orlo del pozzo è un libro speciale, di quelli che quando lo finisci ti manca e ti manca di brutto!

E cercherò anche di riuscire nell’ardua impresa di non farvi troppi spoiler.

Come si fa a spiegare perchè un libro vale la pena di essere letto senza anticipare nulla? Forse a questa domanda sanno rispondere i recensori seri, ma siccome questa non è una recensione seria, non pretendete troppo da me  e sappiate che qualcosina mi scapperà, proprio come alla nonna del protagonista! (e questa la capirete solo dopo aver letto il libro!).

Ecco. Partiamo da lui. Il protagonista: Cesare.

Volete sapere perchè Cesare ti entra subito nel cuore?

Perchè, come dirà Holly, la sua prima fidanzata, Cesare è un “coglione sognatore”. Un adorabile coglione sognatore, aggiungo io.

Il sogno, Cesare, ce l’ha nel sangue, trasmesso da quell’altro inguaribile sognatore che è suo nonno, che dei suoi sogni e dei suoi fantasmagorici viaggi ha fatto il motivo e, forse, anche il fine ultimo della sua esistenza.

E allora c’è il sogno dell’infanzia: una rocambolesca impresa in cui si imbarcherà col suo migliore amico, Massimo, e che mi ha fatto letteralmente “scompisciare” dalle risate (e anche questa la capirete solo dopo averlo letto!).  Ci sono i sogni sull’orlo del pozzo, sussurrati al suo alter ego Merlino. E, infine, c’è “il folle sogno” che lo porterà dal mondo difficile e piatto dei cosiddetti sani a quello grigio, ma certamente anche più colorito, dei “non sani”.

Cesare è così, sogna anche e soprattutto quando è sveglio, e forse è per questo che, pagina dopo pagina, impari a volergli bene, così tanto che quando arrivi alla fine del libro, ti senti orfano, ti sembra di aver perso un fratello, un amico, un compagno di avventure.

Il viaggio che faremo insieme a lui parte dai sogni impossibili e irrealizzabili, come quello di trovare un posto senza dolore “un luogo senza morte e senza malattie, dove tutto scorre lentamente proprio come la vita di un albero”,  ma arriva, proprio attraverso il dolore e le sofferenze, alla conquista dei sogni concreti e possibili, alla ricerca del proprio “posto nel mondo”, con la consapevolezza che la vera felicità risiede nelle piccole cose di ogni giorno e che se “in fondo il passato ormai é scritto, il futuro no”. 

In questo viaggio saranno tanti i personaggi che incontreremo e nessuno sarà lì messo a caso. Né i caratteristici abitanti di Inverno, come Teresa la mignotta, Luca la caccola e Mastro Pasquale. Né gli strambi “compagni di viaggio” di Cesare nel reparto di psichiatria dell’ospedale, come Antonio, che insegue coccinelle o Moira e il suo  indimenticabile can can.

Ma il personaggio più bello di tutti, lo si capisce fin dalle prime pagine, é la nonna, con il suo unico e speciale modo di festeggiare la vita. Con il suo bagaglio culturale, fatto di anticonformismo, ma anche di stregonerie e credenze popolari e con la sua voglia di prendere la vita non troppo sul serio, con la stessa leggerezza dei valzer che ballerà col nipote, sull’orlo del pozzo, ma non solo! (Il valzer più indimenticabile lo balleranno in una location a dir poco insolita!). 

Questo libro vi piacerà anche e, soprattutto, perché é scritto bene.

L’autore ha una scrittura incisiva, coinvolgente, senza fronzoli, ma ipnotica: che ti cattura completamente con le sue  significative e calzanti metafore.

Come questa:

 

“Attaccato alla finestra ho visto che il mio cuore é caduto giù, vuoto come una lattina e leggero come l’aria. Ha galleggiato per un pò nei rigagnoli e poi si é perso nella folla, tritato dalla città.”

 

 

O questa:

“E intanto il tempo continua a passare lentamente, come il passo di una lumaca che percorre l’infinito, con il peso della sua chiocciola piena di ricordi vissuti”

 O la mia preferita:

Quando io e Holly per la prima volta facemmo l’amore, eravamo due linee parallele che frantumavano le certezze della geometria per intrecciarsi in unica linea.”

Beh, penso di avervi spoilerato abbastanza, sappiate semplicemente che questo libro l’ho amato alla follia e giuro che quando imparerò a scrivere recensioni serie (in quelle sugli epilatori vado già alla grande!) questo libro avrà da me le parole che merita!

Musica consigliata durante la lettura : Altrove di Morgan, anche se sono certa che Cesare vi avrebbe consigliato qualche canzone di De Gregori o meglio del Degre, come lo chiama lui.

Forse già lo sai che a volte la follia sembra l’unica via per la felicità

C’era una volta un ragazzo chiamato pazzo e diceva sto meglio in un pozzo che su un piedistallo

ANTEPRIMA: Il libro di Rom <3

É un pò che per varie ragioni non pubblico niente su questo blogghetto, però quei 4 su 260 che mi seguono davvero, lo sanno che quando vedo una cosa bella la devo condividere subito!

Bene stavolta la cosa bella é un’anteprima di una cosa bella, ma é talmente bella che ve la devo condividere lo stesso!

Prima di tutto per chi ancora non conoscesse Romeo (shame on you!) vi avverto che il suo blog crea dipendenza. Quando quest’estate ho cominciato a leggerlo sono diventata talmente drogata che mi sono letta a ritroso anche tutti i post che mi ero persa. Ma vi basterà leggerne uno per subirne gli effetti. Aò poi non dite che non v’avevo avvertiti!

Ed ora ecco a voi l’anteprima della cosa bella, anzi bellissima:

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Ora, dovete sapere che questo romanzo ( il cui titolo è già stupendo, non trovate?) non è ancora uscito, ma la storia che c’è dietro la sua pubblicazione è talmente sofferta e avvincente che la mia faccia di fronte a questa copertina è stata un pò come quelle che si vedono spiaccicate davanti ai vetri delle nursery: felice e imbambolata! Potevo non condividere questa gioia con voi?

Per chi volesse sapere di più sul travagliato coming out del libro di Rom vi rimando a questo post e poi a quest’altro. So già che lui mi accuserà nuovamente di stalkeraggio e anche di utilizzo non autorizzato di immagini di proprietà altrui (che peraltro ho anche ritagliato!), ma sappiate che anche dalla galera, per me ne sarà valsa la pena.

 

Reblog : The Hacker’s Heart — Elisa Zaninello

Da leggere tutto d’un fiato, ha un ritmo incalzante, vivo, pulsante, come la vita, come il cuore di un hacker.  Complimenti all’autrice, spero non le dispiaccia se ho voluto condividere con voi questo scritto bellissimo.

Te l’avevo detto. Questa vita non fa per me. Te l’avevo detto. Questa vita, che si appoggia ai muri. Che si osserva come una fotografia. Non fa per me. Te l’avevo detto. Te lo sto dicendo. Questa vita. Che fa appannare le finestre. Ho bisogno di guardarci attraverso. Ho bisogno di passarci attraverso. Te lo […]

via The Hacker’s Heart — Elisa Zaninello

Back from Berlin – Reblog “La bellezza che potrebbe salvare il mondo”

La riflessione sulla bellezza é di Galatea il cui blog  non vi consiglio, ma straconsiglio. Le foto, invece, di Presa Blu, i cui occhi a Berlino hanno catturato tanta, ma tanta bellezza, così tanta che mi è venuta voglia di … Continua a leggere

Quote Challenge – The Last One

  

“Giovani di belle speranze” (e già questa -voi non lo sapete- ma è un citazione a me molto cara), innanzitutto mi scuso per l’assenza (ma tanto ormai sarete abituati alle mie sparizioni-riapparizioni che David Copperfield mi fa un baffo – “e se te li facera tutti e duie…” cit. my cousin).

Sono parecchio incasinata in questo periodo e non so quanto tempo riuscirò a dedicare al blog (e se riuscirò a farlo, soprattutto). Non so nemmeno se l’idea di chiuderlo, che mi frulla in testa già da un pò, avrà la meglio, ma, nel frattempo, ci tenevo a portare a termine questo travagliato (ma altro che travaglio, forse più un’intera gravidanza) Quote Challenge e ad augurarvi buone vacanze, buon ferragosto e buon tutto!

Questo terzo giorno di Quote Challenge sarà dedicato alle citazioni cinematografiche, ma se qualche insano di mente avesse voglia di leggere le scorse “puntate” o dare una ripassatina alle regole per cimentarsi può trovarle qui…e qui! Voglio ringraziare nuovamente pensierisparsidiunapsicopatica  per avermi nominata (e pensata!).

Ed ora passiamo alle citazioni:

  1. Che cosa è nata prima: la musica o la sofferenza? Ai bambini si tolgono le armi giocattolo, non gli si fanno vedere certi film per paura che possano sviluppare la cultura della violenza, però nessuno evita che ascoltino centinaia, anzi, dovrei dire migliaia di canzoni che parlano di abbandoni, di gelosie, di tradimenti, di penose tragedie del cuore. Io ascoltavo la pop music perché ero un infelice. O ero infelice perché ascoltavo la pop music?  (Rob Gordon – da  Alta Fedeltà)

  2. “La maschera non è per te, è per proteggere le persone che ami…”                               (Batman – da Il cavaliere oscuro – Il ritorno)

  3. “Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri.”                                                            

     (Ivan Benassi detto Freccia – da Radiofreccia)

Al solito, nomino 3 bloggher che non sono assolutamente tenuti a continuare il tag, se non vogliono e la nomination serve, soprattutto, a farvi venire la curiosità di conoscerli (se non li conoscete già, ovviamente!).

  1. https://mostoselvatico.wordpress.com/
  2. https://aeribellato.wordpress.com/
  3. https://bugiesumiopadre.wordpress.com/

Buon Ferragosto e Buon proseguimento dell’estate :******

Anniversari e volgarità

Strano rileggere cosa scrivevo esattamente un anno fa e capire come tutto sia cambiato…quanto io sia cambiata…

Un anno fa sarei stata d’accordo con quelle che dicono che cercano qualcuno che gli faccia perdere la testa, oggi risponderei che una volta tanto vorrei trovarne uno che me la ritrova!

E vabbé, si cresce…o si invecchia?

Fatto sta che é passato più di un anno di blog ed essendo sparito pure Mr. Vain non so se far sparire almeno anche il titolo (uaresovain= you’re so vain)…e allora, scusate la volgarité, ma come direbbe il mitico Salvatore Conte…

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Quote challenge: first day – Riusciranno i nostri eroi?

Risultati immagini per keep calm and quotes

L’ho detto talmente tante volte che chi mi legge si sarà anche un pochino sfracassato le scatolette di sentirmelo ripetere, ma non ho un amore smodato verso tag, awards and co. e di questo mi scuso con quanti di voi mi hanno nominata “a vuoto”. Niente di personale, anzi, le nomine fan sempre piacere, ma con queste cose sono proprio un disastro, abbiate pazienza! Comunque ogni buona regola ha le sue eccezioni e dal momento che non adoro i tag, ma adoro le citazioni, questo “mi” e “vi” tocca!

Unico problemino non del tutto trascurabile, in teoria questa challenge prevede ben tre giorni di tag ed io e Miss Continuità ci siam tolte il saluto da tempo, quindi non garantisco su come andrà a finire. Siete avvisati.

Cooooomunque…passiamo alle regole…anzi no… che dico… quali regole, passiamo a ringraziare la mia spacciatrice di gif preferita, nonchè autrice dell’ormai famoso Eclisse per la nomina: grazie mille Angela per avermi nominata anche stavolta, pur sapendo che nel portare avanti i tag sono una frana!

Ecco le regole:

  • 3 giorni ( non necessariamente consecutivi – e menomale…ce mancava! )
  • 3 candidati ogni  giorno (a chi tocca nun se ngrugna eh!)
  • 3 citazioni

Le mie 3 citazioni:

1.

Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe.”

MARK TWAIN

2.

“QUANDO CI LASCIAVAMO, NON CI PAREVA DI SEPARARCI, MA DI ANDARE AD ATTENDERCI ALTROVE.”

C. PAVESE

3.

“È assurdo dividere le persone in buone o cattiveLe persone si dividono in simpatiche e noiose!”

O. WILDE

I miei 3 nominati:

  1.  l’orso con il cuore, la testa e i calzini più meravigliosi de’ Roma: Orso Romeo
  2. la superstrasimpaticherrima e vulcanica AlessiaLia
  3. la ragazza che se ne intende troppo di gruppi musicali e attira sempre gente stramba peggio della sottoscritta: la fantastica CrazyVery

 

Alla prossima…forse…spero…chi può dirlo!

Reblog – Ancora 140 e perché no!?

Rebloggo, su segnalazione del mitico Ysingrinus, l’idea molto carina di Gianni.  Se volete sapere di cosa si tratta e partecipare sbrigateve perché la prima scadenza é il 30 giugno! 😘

Come già spiegavo in modo un po’ criptico nel precedente post, qualche tempo fa ho scritto una breve storiella in 140 caratteri. L’ho fatto così per partecipare giocosamente ad un conco…

Sorgente: Ancora 140 e perché no!?

Ps. La mia storiella in 140 caratteri é piuttosto banalotta, ma ha il pregio di essere esattamente di 140 caratteri (il che non é obbligatorio, visto che bisogna rispettare il limite e non centrarlo, ma questo potrebbe aumentarne la difficoltà).

Lui le giurò di amarla per sempre.Per sempre non esiste-rispose lei. Fino a domani-rilanciò lui.L’amò fino a domani,per tutti i suoi domani.

Perché amo scrivere.

  
  È difficile dire perché si ama qualcosa. 
Ogni volta che mi è stata posta questa domanda, qualsiasi fosse l’argomento: che si trattasse di un hobby, una passione o una persona, la tentazione un po’ infantile di rispondere “perché sì” è sempre stata dietro l’angolo.

Molto spesso la risposta o meglio le risposte sono talmente insondabili o connaturate con la nostra più intima essenza da risultare davvero difficili da spiegare o (peggio ancora) elencare agli altri.
Forse il mio amore per la scrittura nasce anche dal mio essere, per natura, profondamente introspettiva, dall’aver bisogno di analizzare sempre ogni cosa accada, dentro e al di fuori di me. 

Scrivere diventa una sorta di valvola di sfogo dei troppi pensieri che affollano la mia mente.

Sì è questo, ma è anche molto di più. Scrivere è ricordare, fissare su un foglio di carta (o di Word!) una giornata speciale, un momento irripetibile, un’emozione unica.

È divertirsi: giocando e sperimentando con quello strumento meraviglioso ed estremamente duttile che è la parola.

È comunicare: rispondere all’urgenza di raccontare una storia o trasmettere qualcosa di proprio agli altri.

È immaginare: andare in luoghi in cui non sono stata, inventare storie, situazioni e personaggi, che vivono nella mia fantasia e non esistono nella realtà, pur prendendo spunto da essa.

Eppure manca qualcosa: cosa sia scrivere per me, non lo so spiegare.

Come del resto non so spiegare l’amore senza privarlo inevitabilmente di qualcosa.

E allora preferisco raccontarlo.

Riportando lo stralcio di un brevissimo racconto autobiografico “L’insostenibile leggerezza dello scrivere“, che avevo buttato giù, un paio di anni fa.

Scrivere era come liberarsi da pesanti zavorre. Ero una mongolfiera che non riusciva ad alzarsi in volo per i troppi pesi che aveva addosso, ma più scrivevo e più mi alleggerivo. Ogni parola era un mattoncino di pesanti pensieri che lasciavo scivolare via. Scrivevo e mi domandavo quanto avrei dovuto scrivere ancora per sentirmi finalmente leggera.